Ridurre drasticamente le presenze e i relativi costi di esperti e giornalisti esterni nei tg, nei talk show e nei vari programmi Rai e valorizzare invece le professionalità interne all’azienda.
Lo chiede il sindacato Unirai, che ha scritto ai vertici e a tutte le direzioni competenti (Tg1, Tg2, Tg3, Rainews24, Gr, Approfondimento, Day time, Cultura, Deoi, Risorse umane), anche alla luce della copertura delle ultime elezioni presidenziali americane in cui si è “toccato il fondo”.
“Troppe volte – denuncia Unirai – sono stati coinvolti nei vari programmi i “soliti noti” che, dopo aver pontificato sull’Ucraina e sul Medio Oriente, si sono improvvisati esperti di America. Molti di questi opinionisti avevano previsto una vittoria di Kamala Harris e addirittura la guerra civile, salvo poi stupirsi di fronte a una netta vittoria di Trump”.
“Non solo: in alcune occasioni – aggiunge il sindacato dei giornalisti – sono stati chiamati come commentatori colleghi della carta stampata ed ex giornalisti Rai con contratti presso reti concorrenti quasi a squalificare la professionalità dei giornalisti interni. Aggiungiamo che la stragrande maggioranza degli invitati tifava apertamente per una delle parti in causa, violando il principio di imparzialità di un servizio pubblico che deve fare informazione e non propaganda”.
“In questo “brillare di stelle” – continua Unirai – i colleghi che la Rai ha sul campo (corrispondenti e inviati) sono stati relegati a comparse, chiamati in causa solo per dare conto della cronaca di giornata (e spesso neanche citati nei comunicati stampa), anche con un malcelato senso di fastidio, con domande periferiche, e a volte non chiamati affatto”.
“La stessa azienda che – denuncia Unirai – ricorre ad “opinionisti” di gruppi editoriali concorrenti d’altro canto impedisce ai propri giornalisti la partecipazione a programmi non Rai secondo un singolare spirito aziendalista a senso unico: mentre si valorizzano competenze esterne, si limitano gli spazi professionali dentro e fuori l’azienda dei giornalisti Rai che potrebbero invece contribuire a restituire lustro alle qualità dei dipendenti del Servizio Pubblico”.
“Tutto ciò – conclude Unirai – potrebbe comportare un danno di immagine ed economico per l’azienda a cui abbiamo chiesto un urgente e motivato riscontro”.